martedì 20 settembre 2016


Gigantismo navale e assicurazioni


Il gigantismo navale ovvero la costruzione e la messa in servizio di navi sempre più grandi avrà a breve un impatto notevole su molteplici scelte compiute e su altre meditate, tra i tanti problemi ipotizzabili, mi sono posto quello dell’impatto che potrebbe avere sugli aspetti assicurativi inerenti le merci e sul lavoro di broker e compagnie.

Le economie di scala perseguite dalle compagnie armatoriali, mirano ad una diminuzione del costo di trasporto, una diminuzione tale che comporterebbe la evidente rilevanza del costo dell’assicurazione delle merci.

È possibile che per diminuire detto costo si intervengano al solito le flessibilità commerciali che potrebbero portare a falle importanti nel ramo e colpire tutti, gli Assicuratori e i Broker.

Non sarebbe la prima volta che gli Assicuratori confidando su frequenze e prospettive più o meno realistiche, magari su una botta di c… diano il via a una serie di diminuzioni, non tecnicamente ponderate, dei tassi.

I Broker per rimanere sul mercato, seguirebbero il flusso alimentandolo e via via riducendo margini operativi che già ora non paiono esaltanti.

Altresì non è improbabile il presentarsi sul mercato di nuovi assicuratori, di origine solo finanziaria, magari aventi sede in paesi del  lontano oriente, dotati di capacità meramente monetarie le quali rendono loro possibile assecondare il ciclo e spazzare via gli assicuratori storici incapaci di reggere un violento confronto al ribasso.

in 5 anni la flotta mondiale per il trasporto merci è cresciuta di quasi il 40%, con tassi annuali anche del 10%, contro una crescita media del 2% nel Pil mondiale, questo in presenza di una recessione economica mondiale e una riduzione del tasso di sviluppo della Cina e dei principali Stati che avrebbero dovuto alimentare il rilancio dell’economia globale.

Dietro questa strepitosa crescita non sarebbe sorprendente trovare una bolla finanziaria tale da assestare un colpo possente, al momento del consueto sgonfiamento, all’economia mondiale.

Sino a pochi mesi addietro era un crescendo di entusiasmo per le grandi navi, accompagnato dalla reprimenda per l’insensibilità verso le grandi infrastrutture necessarie alla loro gestione.

Le grandi navi sono spesso costruite con il simpatico aiuto di qualche governo orientale, il quale con le normative sul lavoro e sulla sicurezza spesso non necessariamente in linea con il buon senso e la prudenza, una scarsa simpatia per le pur minime decenze sindacali e un sostegno “concreto” alla cantieristica di casa, attirano capitali e tecnologie.

Le infrastrutture necessarie alle grandi nave che a detta di alcuni dovrebbero essere realizzate per accoglierle cantieristica nazionale, ma dovrebbero contribuire, pagando fior di imposte, al risultato.

Ora come possano essere utili aumenti di stiva in un momento in cui la stiva abbonda non è dato sapere.

Una nota compagnia di navigazione coreana, peraltro sempre portata in palmo di mano per gestione ed efficienza, si trova in “leggera” difficoltà, per debiti che sommati sono pari a 5 miliardi di dollari.

Probabilmente di gigantismo navale non se ne parlerà per un po’…

La diminuzione della stiva potrebbe portare ad un aumento dei noli e una minor pressione sugli assicuratori per la garanzia delle merci; ovviamente questo porterà allo stracciarsi delle vesti di chi vede nel basso prezzo una manna…

Mi sembra equo ricordare che le compagnie potrebbero alla lunga aver difficoltà a pagare indennizzi, dovendo lavorare continuamente sotto costo, non credo sia consolante.

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