martedì 12 aprile 2016


Surroga, regresso e rivalsa (3)



L’Assicuratore è surrogato sino al concorrere dell’importo pagato, importo che può essere minore dell’ammontare del credito vantato dall’Assicurato nei confronti del terzo responsabile; per esempio per una riduzione di quanto pagato in funzione di quanto disposto dall’articolo 1893, dall’articolo 1898 e dall’articolo 1907 del Codice Civile.

Potrebbe esserci una surruga parziale l’artcolo 1205 del Codice Civile, prevede che:



Articolo 1205 -Codice Civile - Surrogazione parziale-

Se il pagamento è parziale, il terzo surrogato e il creditore concorrono nei confronti del debitore in proporzione di quanto è loro dovuto, salvo patto contrario.



Potrebbe verificarsi che il patrimonio del terzo sia inferiore al danno indennizzato, anche in questa situazione, l’Assicurato e l’Assicuratore concorrono in proporzione a quanto è loro dovuto dal terzo.

Potrebbe verificarsi che vi sia stato il concorso del fatto colposo dell’Assicurato, al giurisprudenza ritiene che in tale situazione l’Assicuratore sia surrogato per l’intero indennizzo, il concorso di colpa non si rifletterebbe sulla surroga.



L’Assicurato si trova innanzi due debitori: l’Assicuratore e il terzo responnsabile; diverso è il titolo del debito, le obbligazioni non sono solidali e non sono subordinate l’una all’adempimento dell’altra, l’azione è possibile in separati giudizi.

Nel caso in cui l’Assicurato venga pagato da uno dei due debitori, non può inziare o prosefuire l’azione contro l’altro salvo il caso in cui sia stato pagato parzialmente.

L’Assicuratore non può agire verso il responsabile prima della surroga.

Quando l’Assicuratore è convenuto in giudizio dall’Assicurato, può chiamare in causa il terzo responsabile allo scopo di ottenere una sentenza condizionale di condanna subordinata all’accertamento dell’obbligo di tenere indenne l’Assicurato.



Le rinuncie e le transazioni, le omissioni le quali comportino prescrizione o decadenza, del diritto che l’Assicurato vanta nei confronti del terzo causano pregiudizio all’Assicuratore se esse si verifichino prime  del sorgere del diritto di questo; dopo che il diritto dell’Assicuratore è sorto, non possono più arrecare pregiudizio.

Il danno causato all’Assicuratore dall’Assicurato con rinuncie, transazioni, omissioni le quali comportino prescrizione o decadenza, del diritto che l’Assicurato vanta nei confronti del terzo, sono base per il risarcimento del danno e potrebbero dare luogo a compensazione.

Nel caso in cui l’Assicuratore abbia indennizzato e il terzo abbia risarcito il danneggiato, il resonsabile può agire per illecito arrichimento ai sensi dell’articolo 2041 del Codice Civile



Articolo 2041- Codice Civile - Azione generale di arricchimento -

Chi, senza una giusta causa, si è arricchito a danno di un'altra persona è tenuto, nei limiti dell'arricchimento a indennizzare quest'ultima della correlativa diminuzione patrimoniale. Qualora l'arricchimento abbia per oggetto una cosa determinata, colui che l'ha ricevuta è tenuto a restituirla in natura, se sussiste al tempo della domanda.



Questa azione sarebbe soggetta a prescrizione ordinaria.



La dottrina si è occupata della rinunzia alla surroga da parte dell’Assicuratore, non è mai stata in discussione la facoltà e liceità della rinunzia dopo che l’Assicuratore è succeduto nel diritto dell’Assicurato, piuttosto l’attenzione della dottrina ha portato a discutere della rinunnzia antecedente la surroga.

Se l’Assicuratore rinunzia all’azione nei confronti dei terzi responsabili configura una remissione che facoltà del creditore; se l’Assicuratore rinunzia antecedentemente è possibile discutere della permanenza della titolarità del diritto dell’Assicurato.

Sinteticamente i problemi emersi sono i seguenti:

La rinunzia è invalida in quanto il diritto dell’Assicurato incontrerebbe il limite nel cumulo dell’indennizzo e del risarcimento;

La rinunzia è valida in quanto il non c’è cumulo dell’indennizzo e del risarcimento, il titolo di risarcimento è diverso e l’indennizzo è un corrispettivo del premio pagato.

La rinunzia alla surroga da parte dell’Assicuratore, è rituneta necessaria per garantire il Contraente, è pacifica se rivolta a persone di cui l’Assicurato e/o il Contraente debbano rispondere.


(3- Fine)

sabato 2 aprile 2016


Surroga, regresso e rivalsa (2)

Articolo 1916. (1) – Codice Civile  - Diritto di surrogazione dell'assicuratore.

L'assicuratore che ha pagato l'indennità è surrogato, fino alla concorrenza dell'ammontare di essa, nei diritti dell'assicurato verso i terzi responsabili.

Salvo il caso di dolo, la surrogazione non ha luogo se il danno è causato dai figli, dagli ascendenti, da altri parenti o da affini dell'assicurato stabilmente con lui conviventi o da domestici (2). (3)

L'assicurato è responsabile verso l'assicuratore del pregiudizio arrecato al diritto di surrogazione.

Le disposizioni di questo articolo si applicano anche alle assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro e contro le disgrazie accidentali.



1)     La Corte Costituzionale, con sentenza del 18 luglio 1991, n. 356, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di questo articolo nella parte in cui consente all’assicuratore di avvalersi, nell’esercizio del diritto di surrogazione nei confronti del terzo responsabile, anche delle somme da questi dovute all’assicurato a titolo di risarcimento del danno biologico.



2)     La Corte Costituzionale, con sentenza n. 117 del 21 maggio 1975, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di questo comma, nella parte in cui non annovera, tra le persone nei confronti delle quali non è ammessa surrogazione, il coniuge dell’assicurato.



3)     Comma così modificato dall'art. 91, comma 1, D.Lgs. 28 dicembre 2013, n.154 a decorrere dal 7 febbraio 2014.



L’Assicuratore è tenuto ad indennizzare l’Assicurato, come previsto dal contratto, al verificarsi del sinistro; se il sinistro è stato provocato da un terzo, il terzo è deve risponderne all’Assicurato sulla base delle norme previste per l’illecito civile, contrattuale o extracontrattuale.

L’Assicurato è titolare di due diritti distinti, i quali permettono di eliminare le conseguenze dannose dell’evento.

L’Articolo 1916 del Codice Civile regola l’istituto della surroga dell’Assicuratore, istituto già presente nel Codice di Commercio del 1882; la scelta compiuta dal legislatore trova ragione nel vantaggio che il terzo, nel causare il danno, potrebbe trarre un vantaggio e non rispondere del fatto illecito.

La dottrina inizialmente ha considerato la surroga dell’Assicuratore come uno dei casi previsti dalll’Articolo 1203, comma 5, del Codice Civile che regola la surrogazione legale.



Articolo 1203 - Codice Civile -Surrogazione legale.

La surrogazione ha luogo di diritto nei seguenti casi:

1) a vantaggio di chi, essendo creditore, ancorché chirografario, paga un altro creditore che ha diritto di essergli preferito in ragione dei suoi privilegi del suo pegno o delle sue ipoteche;

2) a vantaggio dell'acquirente di un immobile che, fino alla concorrenza del prezzo di acquisto, paga uno o più creditori a favore dei quali l'immobile è ipotecato;

3) a vantaggio di colui che, essendo tenuto con altri o per altri al pagamento del debito, aveva interesse di soddisfarlo;

4) a vantaggio dell'erede con beneficio d'inventario che paga con danaro proprio i debiti ereditari;

5) negli altri casi stabiliti dalla legge.



Considerando la surroga dell’Assicuratore come surrogazione legale ne comportrebbe in primo luogo la sua automaticità e renderebbe impossibile per l’Assicurato, dal pagamento dell’Assicuratore, agire nei confronti del terzo responsabile.

Una tesi tradizionale della dottrina inquadra così l’istituto della surroga e la funzione indennitaria dell’assicurazione contro i danni: il primo è  volto ad impedire che l’Assicurato un risarcimento e un indennizzo.

Il risarcimento è l'attività imposta dalla legge per riparare ad un danno ingiusto, l’indennizzo è un intervento economico riparatore e non sempre è  commisurato al danno.

In tempi più prossimi la dottrina, prendendo spunto da riflessioni risalenti, ha osservato che l’indennizzo altro non è che il corrispettivo del premio ed esclude che il cumulo costituisca un illecito arrichimento.

Sul punto è intervenuto, un paio di anni addietro, il Supremo Collegio: Cassazione Civile, Sezione III, Sentenza 11/06/2014 n° 13233, con una pronuncia piuttosto interessante sotto l’aspetto intellettuale e che potrebbe presentare conseguenze pratiche notevoli.

La dottrina ha sostenuto che la previsione normativa della surroga dell’Assicuratore si basa sul beneficio che nederiva agli assicurati e sulla maggior diffusione delle coperture, la surroga consente una riduzione dei premi.

Per cui non vi sarebbero né l’automaticità, né la nullità di pattuizioni di rinuncia, la norma sarebbe supplettiva e derogabile.



(2- Segue)